La famiglia Sala
Il nonno Sala Maurilio gestì negli anni 40′ la Trattoria con alloggio in Montespluga e nei primi anni 50′ acquistò dagli eredi del Cavalier Giacomo Tognoni di Chiavenna L’albergo della Posta.In pochi anni riuscì a rimodernare l’Albergo e dal matrimonio con Agnese nacquero i loro quattro figli. Tutti diedero una mano nella conduzione dell’attività e una volta adulti in ottimo accordo Fausto il figlio decise con la moglie Ines e il figlio Cristian di proseguire la gestione.
Nella tarda estate del 1822 l’Arciduca Ranieri d’Austria, Vicerè del Regno del Lombardo Veneto, accompagnato da un vivace seguito di ufficiali, funzionari e tecnici, salì da Milano a Montespluga per inaugurare la nuova strada voluta dalla Maestà imperiale Francesco I. Il Nobile corteo percorse al trotto l’ultimo miglio, quasi pianeggiante ai bordi di un pascolo paludoso, e compiuta una svolta verso destra si arrestò davanti al lungo fabbricato, di aspetto quasi militare, che chiudeva un ampio spazio sterrato dove erano in sosta carri, cavalli e numerosi valligiani. La costruzione mostrava, come mostra ancora oggi, tre portoni verso la strada: l’Arciduca, sceso di carrozza, potè ispezionare compiaciuto il corpo di guardia dei regi Doganieri, l’Ufficio delle I.R Poste e finalmente un accogliente locanda che gli ingenieri di Sua Maestà avevano molto intelligentemente previsto in quella località fredda e ventosa. All’interno il nuovo gestore, un oste di Teggiate, aveva preparato (forse con l’aiuto di qualche bracconiere) un pranzo degno di tali ospiti, innaffiato da uno di quei rossi di Valtellina il cui profumo migliora con il salire di quota.
Sarebbero passati altri anni: gli Asburgo avrebbero perso la Lombardia e la Lombardia avrebbe perso gli Arciduchi e il loro stile; Montespluga con la sua Dogana ed il suo Albergo della Posta avrebbe mantenuto l’aspetto di quella giornata inaugurale. Il traffico dei carri e di diligenze era sempre intenso poichè quella dello Spluga era pur sempre la via più breve tra Milano e la Valle del Reno. Anche i primi turisti cominciarono a salire in quell’estremo angolo di Lombardia; dalla vicina Madesimo giunse in carrozza, in un pomeriggio d’estate, anche Giosuè Carducci, che ammirato il paesaggio, non potè fare a meno, come anni prima l’Arciduca Ranieri, di assaggiare un pò di quel Vino di Valtellina cui avrebbe addirittura dedicato un’ode. Montespluga ed il suo Albergo della Posta furono sempre molto cari ad un altro poeta, il Chiavennasco Giovanni Bertacchi, il quale si ispirò anche per un famosi sonetti.
F. Dal Negro, Post Hotel, Alberghi della Posta nelle Alpi Centrali, Lugano, 1986